Antonio Attili (2012)

"Continuità territoriale, la giunta ha fallito"
di Filippo Peretti
da La Nuova Sardegna del 15 aprile 2012
A luglio, se Cappellacci e Solinas continueranno a passare da un flop all'altro, i sardi potrebbero pagare 500-600 euro a testa per andare e tornare in aereo da Roma o Milano. A lanciare l'allarme è Antonio Attili, il "padre" della legge del 1998 sulla continuità territoriale.

L'ex deputato del Pds, oggi militante di Sel, usa tre parole per esprimere il giudizio politico sui governanti regionali: «Demagoghi, incompetenti, sordi». Ma non si tira indietro: «Sono molto preoccupato, spero che la smettano di andare avanti con tentativi ridicoli e oserei dire demenziali, assolutamente impraticabili, altrimenti è la fine. Il tempo è poco, ma una soluzione c'è».
Quando parla di flop si riferisce alla gara prima rinviata e poi disertata dalle compagnie aeree?
«Esatto».
Colpa della Regione?
«Di una cultura politica che non si misura con la complessità dei problemi e si affida al populismo e alla faciloneria».
E' populismo la battaglia sardista sui trasporti da gestire nell'isola?
«No, ma loro hanno la visione del complotto: tutti sono nemici della Sardegna».
Non sono i soli a dirlo.
«Ma se negli atti partiamo da questo concetto la Sardegna finisce isolata davvero».
L'assessore Solinas ha ipotizzato tre alternative dopo il flop della gara.
«Non le prendo neanche in considerazioni».
Perché?
«Come si fa a pensare di affidare la gestione della continuità aerea all'Arst? O parlare di trattative private? Non conosce le regole europee».
E' possibile una proroga a luglio?
«Servirebbe per prendere un po' di tempo, ma perché il ministro la conceda servono proposte serie e credibili».
Cosa succederebbe in caso contrario?
«Libero mercato. Un'autentica iattura».
Che fare allora?
«Bisogna ripartire dal regolamento 1008, del 2008, che all'articolo 17 punto 8 affronta la questione delle compensazioni. Vanno erogate alla luce di tre parametri fondamentali. Uno: costi netti del vettore; due: ricavi del trasportato; tre: utile ragionevole».
Lei partì da questa base?
«Sei mesi di trattativa per convincere le compagnie che conveniva anche a loro. Questo processo ora nonn è stato avviato. E' grave».
Si parla di speculazioni.
«Sono aziende private, nessuno le può obbligare e oggi non se la passano bene. E comunque bisogna fare una sintesi favorevole sia ai sardi sia ai vettori. Non esistono accordi contro qualcuno».
Come trovare l'accordo?
«Il punto di partenza è la determinazione sul costo di un'ora di volo. Va calcolata alla luce del sole».
E la tariffa unica?
«Va calcolata meglio per capire se i soldi offerti per la compensazione sono sufficienti».
Lei non sembra convinto.
«Non confonderei la continuità territoriale con la promozione turistica. Anche perché non so se l'Europa lo approverebbe».
Bastano le sole rotte per Roma e Milano?
«Mi sono meravigliato che si sia tornati indietro di dieci anni. Salverei almeno Bologna».
Qualcuno ipotizza il coinvolgimento dele compagnie low-cost.
«Ne parla il deputato Mauro Pili,, ma io non ci credo».
Perché?
«Hanno una filosofia che non è quella della continuità t: aeroporti minori, orari scomodi, prenotazioni vantaggiose solo a lungo periodo, nessuna garanzia di durata».
E se accettassero le regole?
«Aumenterebbero le tariffe».
Altri vettori europei?
«Non hanno interesse a venire in Italia, per loro i costi sarebbero eccessivi».
Quindi resterebbero sempre Alitalia e Meridiana.
«E non dovrebbe essere difficile avviare una riflessione comune su costi e ricavi».
Per una nuova gara?
«Sì, in tempi rapidissimi».
Bisognmerebbe incrementare l'attuale stanziamento?
«Bisogna fare i calcoli».
A occhio e croce?
«Per la tariffa unica servono più soldi».
Sempre e solo dalla Regione?
«No. La competenza è ancora dello Stato, questo è il vantaggio».
Perché è un vantaggio?
«Il decreto lo firma il ministro perché la "mia" legge è ancora in vigore. Se dovessero servire altri fondi, li dovrebbe mettere Roma, come ha detto la Ragioneria generale dello Stato».
E le compagnie sarebbero d'accordo?
«Nel 2000 usarono il 60 per cento della compensazione e qualche anno dopo ci rinunciarono perché l'aumento dei passeggeri era stato incredibile. Solo Olbia-Milano passò da un riempimento degli aerei dal 25 all'80 per cento».
Perché ora è più difficile?
«La crisi c'è anche per le compagnie. Per loro il calo di un punto di Pil equivale al triplo».
Ha parlato con la giunta?
«Cappellacci non mi ha mai cercato, Solinas l'ho sentito a dicembre e poi stop»
Ha cercato alleanze.
«Sta facendo una bella battaglia il deputato del Pd Giulio Calvisi».
E l'opposizione regionale?
«Sel purtroppo è silente, il Pd si fa sentire poco».
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